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giovedì 15 settembre 2016

la nuova legge sul cyberbullismo è da fermare.

Il Ddl approvato oggi al Senato era condivisibile e sacrosanto. Combattere un fenomeno che cresce in modo esponenziale con la diffusione della Rete sarebbe stata un'iniziativa nobile e giusta.


Peccato sia  stato stravolto a Montecitorio, allargandone l’azione dai minori a chiunque ed estendendo le fattispecie. Fino a farne un mostro senza ratio.

 Per una volta ogni tanto che avremmo potuto concludere rapidamente un percorso sensato e ritenuto equilibrato sul cyberbullismo, abbiamo pensato bene di trasformarlo nel solito pantano ammazzarete. A proposito: per quanto mi riguarda sì, il cyberbullismo è qualcosa di più del “tradizionale” bullismo nonostante molti non la pensino allo stesso modo. Ecosistemi diversi producono effetti diversi. Magari in parte sovrapponibili ma diversi. La messa a punto dalla prima firmataria Elena Ferrara (PD), approvata al Senato e poi stravolta nel corso dell’estate dagli emendamenti approvati dalle commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali a Montecitorio. In questi giorni il ddl è sottoposto all’analisi dell’aula. 

 La levata di scudi è legata fondamentalmente al fatto che, una volta in commissione, la legge passata al Senato si sia arricchita di altri pezzi di ddl dall’impianto punitivo e sanzionatorio. Quando, nel progetto di Ferrara, “tutte le misure erano il risultato di una forte responsabilizzazione da parte di istituzioni, aziende digitali e terzo settore. Un patto educativo volto a formare i bambini e le bambine fin dalla prima infanzia nello sviluppo affettivo teso al rispetto per l’altro con acquisizione informatica attenta al controllo etico e consapevole dello strumento” come ha ben spiegato la deputata, coinvolta personalmente nel caso della 14enne suicidatasi nella notte fra il 4 e il 5 gennaio 2013, a Key4biz. Ci riempiamo la bocca di educazione e, quando abbiamo uno strumento che punta su quell’aspetto, gli cambiamo i connotati.

 Il problema centrale è che il decreto di legge non dovrebbe più interessare solo i minorenni ma anche gli over-18.  così quella che doveva e voleva essere una norma a tutela dei minori si è trasformata a causa delle modifiche apportate dalla Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali, in quella che già è stata definita una norma ammazza web.

 In particolare è successo che il testo originario che poneva il minore e la sua tutela al centro della questione è stato poi in data 27 luglio rivisto, passando dal definire il cyberbullismo come: “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo” a definirlo come: “la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima.”

 Se questo dovesse diventare legge in pratica chiunque avrebbe il diritto di richiedere la cancellazione di contenuti offensivi con l’intervento del Garante della privacy. E per chi non si adegua sono previsti dalla rimozione all’oscuramento dei contenuti passando per 6 anni di carcere. In poche parole nessuno(nemmeno io)saremo in grado di essere liberi di commentare,postare o altro contenuti critici,umoristici,satirici.

Per l'ennesima volta si cerca di attuare il bavaglio verso una piattaforma scomoda come la Rete sfruttando temi delicati come il cyberbullismo.

 di Francesco Cosentino

2 commenti:

  1. Beh in realtà,leggendo bene, prende di mira coloro che attuano quegli atteggiamenti
    allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime.
    Quindi anche se un prendesse la tua foto,ritagliasse il tuo volto,e la mettesse in un fotomontaggio di,chessò,..Shrek,.. tu,se la ritieni un'offesa,può denunciarlo.
    Mettere una foto pubblica significa renderla disponibile a tutti,dà la libertà di farci ciò che uno vuole ma in privato e non pubblicamente (quindi se il fotomontaggio rimane sul suo computer,e non lo vede nessuno,non ti ha creato alcun danno).

    Il punto principale sul quale la legge dovrebbe "premere",è quello che mostra come un'offesa in web ha una capacità di propagazione superiore a quella che avrebbe nella realtà.

    E concludo sottolineando che sono vittime di bullismo non solo under 18,ma anche over 18,uomini e donne,magri e grassi,brutti,gay,e tanti altri.

    Ciao Francesco!

    Una cosa che non c'azzecca col post:ma,sotto,dove si può votare l'articolo,quando si clicca lo mette il voto o no? Non c'è un pulsante di conferma?

    RispondiElimina
  2. Ah,dimenticavo un'ultima cosa:
    non c'è il menu dei post a lato?
    Lo trovi nei gadget,nella categoria layout,come "Archivio"

    RispondiElimina

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