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sabato 12 agosto 2017

Rio ora sono guai: dai Giochi al rischio bancarotta.

Sono passati esattamente 12 mesi dalle 2 settimane di sport nella grande città brasiliana.
Un anno dopo le Olimpiadi la situazione è talmente compromessa e grave che dipendenti pubblici e anziani aspettano da aprile buste paga e pensioni.




La maggior parte degli impianti sono abbandonati o chiusi. Un caso simile era già successo per Atene 2004. 
Abbiamo poi un parco olimpico fantasma e poco visitato. Per la manutenzione di questo si spende circa un milione di euro al mese, soldi che non abbondano certo di questi tempi. 
Il Comitato organizzatore delle Olimpiadi ha ancora un debito di 35 milioni di euro con una trentina di fornitori, devono pagare entro il 17 settembre quando si aprirà a Lima la sessione del Cio che ufficializzerà l’assegnazione dei Giochi 2024 a Parigi e di quelli 2028 a Los Angeles. Si parlerà della famosa legacy, l’impatto sociale delle Olimpiadi, senza dire che, salvo rarissimi casi, nella storia dei Giochi quell’eredità è fatta quasi sempre di debiti e disastri finanziari( in economia si chiama maledizione del vincitore).
Rio 2016 non è stata da meno, anzi si prepara a diventare l’edizione più fallimentare e peggiore dal punto di vista delle conseguenze sociali.  Dei 32 impianti sportivi costruiti ad hoc una dozzina è stato smantellato, altri 10 sono chiusi, gli altri vengono aperti il minimo necessario per non dire che non servono più a nulla. Due palazzetti dello sport sarebbero dovuti diventare delle scuole pubbliche ma dal governo statale hanno detto che non ci sono i fondi necessari per la loro riconversione. Lo Stato di Rio de Janeiro (15 milioni di abitanti) è in bancarotta e ha sospeso tutti i pagamenti. Dipendenti e pensionati, 209 mila in tutto, non hanno ricevuto gli stipendi di aprile, maggio, giugno e luglio, oltre alla tredicesima dell’anno scorso.
Perfino l'Università della città,un tempo gioiello di tutta l'America Latina , rischia di chiudere.

Tutto ciò sta a dimostrare come le Olimpiadi siano state negli ultimi 20/30 anni un pessimo affare per tutti(o quasi) dal punto sociale,economico,civile e politico. A conti fatti la scelta di Virginia Raggi sembra essere stata azzeccata e mirata.

sabato 5 agosto 2017

Ma la Boschi dov'è? Lei e la sua delega fuffa!!!

Da HuffPost.
Ricordatevi questa data: 3 agosto 2017. Un giorno che è destinato a segnare un clamoroso passo indietro dello Stato nella battaglia contro lo stalking e il femminicidio. I molestatori, infatti, potranno infischiarsene della vittima e, senza il suo consenso, ottenere la possibilità di un risarcimento di natura pecuniaria, pagabile addirittura in comode rate.
Con l'entrata in vigore della legge di riforma del sistema penale, infatti, prevista proprio per il 3 agosto, verrà introdotto nel codice penale il nuovo art. 162 relativo all'estinzione di alcuni reati a seguito di condotte riparatorie. Si tratta dei cosiddetti reati a querela remissibile, tra cui sono comprese anche le forme "meno gravi" di stalking, che potranno d'ora in avanti essere estinte tramite un risarcimento e senza il consenso delle vittime.
Femminicidio e stalking rappresentano, come sanno tutti coloro - poliziotti e magistrati in primis - che ogni giorno sono in prima linea per contrastare questi fenomeni, due componenti consequenziali e drammaticamente complementari di una realtà fatta di violenza fisica e psicologica quasi sempre inenarrabile e destinata a segnare per sempre l'esistenza della vittima.
Circa 3 milioni e mezzo di donne, racconta l'Istat, hanno subito nella loro vita atti persecutori, soprattutto dall'ex partner, che sono spesso sfociati in violenze e femminicidi. È vero che la nuova fattispecie non è applicabile in caso di gravi e reiterate minacce, perché la querela resta irrevocabile; è anche vero, però, che le denunce indicano come lo stalking più frequente sia proprio quello per molestie, dove la querela diventa ora revocabile.
Col risarcimento, per altro, il persecutore cancella il reato e mantiene la fedina penale pulita. Assurdo! Colpisce come il legislatore abbia trascurato questo problema, addirittura bollando la sacrosanta protesta di Cgil, Cisl e Uil come "terrorismo psicologico". Peccato che a fugare ogni dubbio sul clamoroso autogol del nuovo art. 162 sia addirittura l'Anm che, qualche giorno fa, con il segretario Eugenio Albamonte, ha dichiarato a Rassegna.it:
Le nuove soluzioni che sono state pensate dal legislatore, con spirito deflattivo, cioè con l'intento di ridurre il carico di lavoro che grava sugli uffici giudiziari del penale, sono incappate, non so quanto volontariamente, in questo errore. E cioè che anche per reati gravi come lo stalking, il giudice possa decidere, sulla base del risarcimento del danno, l'estinzione del reato procedibile a querela, senza che ci sia un'effettiva remissione della querela stessa.
Per altro, Albamonte ricorda che sullo stalking non è la prima volta che si fanno errori clamorosi:
Qualche estate fa - dice il magistrato -, quando venne varato il cosiddetto decreto "svuotacarceri", in pieno agosto ci siamo ritrovati con tutti gli stalker a piede libero, perché il legislatore non aveva considerato che un decreto fatto in quel modo sarebbe andato ad impattare anche su reati di grave allarme sociale, come è appunto lo stalking.
Non c'è che una soluzione a questo problema: modificare subito la nuova norma.

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