Cronometro:attivalo per vedere il tempo di lettura.

sabato 29 ottobre 2016

I Pirati vicini a vincere in Islanda:una rivoluzione?

L'isola nel nord d'Europa al voto anticipato oggi. Favorita la formazione anti-sistema nata sul web. Nel Paese che spera nel partito della Rete: “Basta corruzione, ora democrazia diretta/liquida.
Tra poche ore, proprio qui in Islanda può arrivare uno scossone politico senza precedenti, che potrebbe avere anche conseguenze in Europa.
Proprio nella nazione della prima democrazia parlamentare (932 d.C.). Già allora era prevista la suddivisone dei poteri tra Parlamento,Magistratura e Governo.
Qui, la democrazia è sacra: se dovessero vincere, i Pirati e il loro programma democrazia diretta basato sulla Rete potrebbero diventare un esempio per altri Paesi.
Dopo la crisi del 2008 l'Islanda è riuscita a riprendersi e economicamente  grazie a svalutazioni e turismo , ma molti continuano ad essere stanchi di corruzione e nepotismo.

Il Partito Pirata(PP) è una serie di movimenti politici nati sul web in Germania e in Nord Europa che esaltano la democrazia liquida.
È spesso paragonato in Italia con il MoVimento 5 Stelle per i punti in comune.
Molte le somiglianze con i pentastellati italiani: si parte dai temi programmatici – acqua, ambiente, energia, trasporti, sviluppo per arrivare alle forme e agli obiettivi dell’organizzazione: la composizione trasversale, la forte carica antipartitocratica, la denuncia della casta, la ricerca di nuove forme di partecipazione politica basate sulla democrazia diretta. Come i 5Stelle, hanno usato spesso la metafora dell’apriscatole per “aprire il Parlamento” e quella della casa di vetro per indicare l’ambizione alla trasparenza nella gestione della cosa pubblica.
Se dovessero vincere questo potrebbe essere un avvenimento storico senza precedenti.

giovedì 27 ottobre 2016

La riforma costituzionale e Licio Gelli

Secondo molti (anche il sottoscritto) l'attuale riforma costituzionale Renzi-Boschi-Verdini avrebbe molti aspetti comuni con il cosiddetto Piano di rinascita democratica della P2 ,la loggia massonica di Licio Gelli.

Il 4 luglio del 1981, la polizia giudiziaria fermava a Fiumicino, dov’era atterrata di rientro da Rio de Janeiro via Nizza, Maria Grazia Gelli, figlia di Licio, Venerabile Maestro della Loggia massonica Propaganda 2. Nel doppiofondo rudimentale di una borsa da viaggio venivano rinvenute alcune buste contenenti documenti vari, uno dei quali dal titolo Piano di rinascita democratica.


Scriverà nella sua relazione conclusiva Tina Anselmi, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2: Non è un documento di intenti che lo possa qualificare come il manifesto della Loggia P2. Piuttosto un piano di azione che, oltre a fissare degli obiettivi, predispone in dettaglio le conseguenti linee di intervento e come tale ne arriva a preventivare perfino il fabbisogno finanziario.
Lo scandalo P2 era scoppiato il 17 marzo 1981. Quel martedì, i magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone, giudici istruttori delle indagini sull’omicidio di Giorgio Ambrosoli e sul finto rapimento del banchiere Michele Sindona, avevano mandato la Guardia di Finanza a perquisire la residenza di Gelli a Villa Wanda, sulle colline di Arezzo, la fabbrica di materassi Gio.Le di cui il Maestro era proprietario a Castiglion Fibocchi, vicino ad Arezzo, e l’Hotel Excelsior di Roma, dove Gelli era solito ricevere i suoi interlocutori. Negli uffici della Gio.Le venne trovato un tabulato con i nomi di 962 iscritti alla loggia. Nomi importanti, figure di primissimo piano del panorama politico, militare e imprenditoriale e del mondo dell’informazione: ministri ed ex ministri, parlamentari, vertici dei Servizi segreti, prefetti, questori, ufficiali dei carabinieri, dell’Aeronautica, della Marina, dell’Esercito, della Guardia di Finanza, della Pubblica Sicurezza, alti magistrati, banchieri (tra i quali Michele Sindona e Roberto Calvi), imprenditori (anche Silvio Berlusconi), editori (tra cui Angelo Rizzoli, all’epoca editore del Corriere della Sera), giornalisti (tra cui Maurizio Costanzo e Franco Di Bella, quest’ultimo all’epoca direttore del Corriere della Sera). Nomi che l’allora presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani, deciderà di rendere pubblici il 21 maggio, con susseguente inevitabile terremoto politico. Lo stesso governo, travolto dallo scandalo, sarà costretto a dimettersi qualche giorno dopo.


Gelli venne colpito da un primo ordine di cattura il 22 maggio, ma riuscì a rendersi irreperibile. Sarà arrestato solo un anno dopo, il 13 settembre 1982, a Ginevra. E fu durante la sua latitanza che venne fermata a Fiumicino la figlia Maria Grazia, con il Piano di rinascita democratica. Secondo la ricostruzione della Commissione sulla P2, il Piano fu redatto tra la fine del 1975 e l’inizio del 1976, gli anni della significativa apertura a sinistra intrapresa da Aldo Moro. Un mutamento che obbligò gli ambienti che gravitavano intorno alla loggia ad elaborare nuove e più sofisticate strategie. In cosa consisteva il Piano? Non in un semplice manifesto propagandistico ma, piuttosto, in un articolato programma d’azione che di democratico non aveva assolutamente nulla, se non l’aggettivo nel titolo, e che prevedeva invece una svolta di stampo autoritario da imporre al Paese attraverso opportuni interventi sui principali settori della vita pubblica italiana: Parlamento, governo, partiti politici, magistratura, informazione, sindacati. Interventi da portare avanti non dall’esterno, in modo violento, ma dall’interno, attraverso la scalata ai vertici del mondo politico, istituzionale e dell’informazione. 
È inevitabile che molti di questi punti siano stati rispettati e/o portati avanti,specialmente da Silvio Berlusconi (che risultò essere tra gli iscritti della P2).
 Si pensi alla svolta in senso bipolarista del sistema dei partiti, al disegno presidenzialista, ai vari scudi fiscali approvati nella Seconda Repubblica, ai reiterati tentativi di introdurre la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati, agli attacchi all’indipendenza e all’autonomia del Csm, al progetto di dissolvimento della Rai operato con la sciagurata legge Gasparri, all’idea della rete di tivù via cavo che ha portato alla nascita e all’espansione di Mediaset, alla rottura dell’unità sindacale.
Mancava l’ultima parte del disegno piduista,la più importante, quello orientato allo stravolgimento della Costituzione e del sistema elettorale, ma ci ha pensato Matteo Renzi. Perché là dove non è riuscito Berlusconi,che aveva un'opposizione mediatica forte,ce la sta facendo Renzi.
è di questo governo soprattutto la pessima e pericolosissima riforma costituzionale per rovesciare, in combinato con l’Italicum, la centralità del Parlamento a favore di un premierato forte, con un’enorme concentrazione di potere nelle mani dell’esecutivo e del suo capo. Un uomo solo al comando con tutti i rischi che senza gli opportuni pesi e contrappesi questo comporta. 
Un Senato debole a discapito di un esecutivo più potente, Riguardo al Piano di Rinascita democratica della P2, sfogliando le pagine di quel testo, si ritrova – nella parte riguardante le riforme istituzionali – una quasi totale abolizione del Senato riducendone drasticamente il numero dei membri e attribuendogli una competenza limitata alle sole materie di natura economica e finanziaria, con l’esclusione di ogni altro atto di natura politica. L’intento era ed è ancora oggi chiaro: dare un taglio effettivo a un ramo del Parlamento che, storicamente, ha maggiore saggezza e cultura non solo politica, a favore di una maggiore velocità nel fare leggi e riforme...l'ha detto Gelli, non io.

venerdì 21 ottobre 2016

Le PD contro Di Maio hanno speso 3 volte tanto.

L'ennesimo scandalo manipolato sui 5 stelle finisce sulle prime pagine dei giornali e sui TG nazionali: il vice-presidente della Camera Luigi Di Maio avrebbe speso 100.00 € in 3 anni attingendoli da quel fondo rimborsi che ogni parlamentare riceve mensilmente e che in 3 anni ammonta a più di 300mila euro(il triplo). 
La vera notizia è che Di Maio , in quanto facente parte del M5S, sia riuscito a restituire in 3 anni ben 200.000 € non che ne abbia speso 100mila. 
Oltre ai media,anche le esponenti del Partito Democratico Alessia Morani e Giuseppina Maturani.
La prima ,vicepresidente dei deputati Pd, in tre anni avrebbe speso poco più di 300.000 euro (per la precisione 302.436,36 euro) senza aver restituito una lira. 
Stessa indignazione della vicepresidente dei senatori Pd, Giuseppina Maturani. Che mentre Di Maio spendeva 100mila euro, ne spendeva 335.800. Grandi predicatrici con i rimborsi degli altri però...
 

domenica 16 ottobre 2016

Grecia:il regalo delle licenze TV agli armatori.




Dopo 27 anni di assegnazione discrezionale e clientelare da parte del Parlamento a pochi oligarchi, la Grecia si è dotata di una legge che stabilisce con un’asta chi acquista le frequenze televisive private. 
Il guadagno per lo Stato ellenico è misero (di soli 250 milioni di €) e il Governo Tsipras di fatto  fa tornare in partita gli stessi oligarchi che hanno fatto per quarant’anni il bello e il cattivo tempo in Grecia.
Già, proprio quegli oligarchi o armatori che in Grecia costituiscono un casta potentissima.  Imprenditori ai quali tutti i governi ellenici non hanno mai applicato alcuna norma che impedisse loro, al contempo, di essere armatori, petrolieri, editori, titolari di lavori pubblici nel Paese senza gare di appalto, nonché di partecipare a privatizzazioni e di possedere importanti squadre di calcio.
Da sempre godono di particolari privilegi come l'esenzione fiscale risalente in una legge costituzionale del 1967 (in quell'epoca c'era il Regime dei Colonnelli.
Fino a ieri decidevano i partiti nel chiuso del Parlamento a chi dare le frequenze e quanto corrispondere allo Stato (in alcuni casi anche un canone annuo irrisorio da 16mila euro). Ora c’è stata un’asta formale, ma i vincitori come sono praticamente gli stessi.
E così mentre Tsipras in occasione della sua vittoria elettorale aveva annunciato una crociata contro armatori ed editori, colpevoli di aver zavorrato la Grecia, oggi all’indomani della riforma tv assiste alla vittoria dei soliti colossi.
Skai rientra nel gruppo appartenente a Aristides Alafouzos(nella foto), armatore e vero principe del paese da sessant’anni. E’stato il primo ad usare il business degli olii combustibili per diversificare i guadagni,oltre ad essere il proprietario di compagnie di navigazione e imprese di costruzione.

Ma nel suo curriculum ecco la discutibile partnership con l’imprenditore Vangelis Marinakis(in foto), armatore e vulcanico presidente dell'Olimpiakos Pireo (la squadra di calcio più titolata in Grecia) e finanziatore segreto di Alba D'orata.  Marinakis è accusato di aver truccato delle partite e di aggressione su arbitri di calcio. Inoltre,in una delle sue petroliere venne sequestrato il più grande quantitativo di eroina mai sequestrato nel Paese. Il processo però non può proseguire: capitano della nave ed equipaggio, principali testimoni, sono stati trovati morti.



giovedì 13 ottobre 2016

Ciao Dario ti vogliamo ricordare così.

È notizia di oggi della morte di Dario Fo, uno dei più grandi intellettuali italiani della XX secolo e della storia.2016 anno di grandi perdite per il MoVimento.
Dopo Gianroberto se ne va anche Dario Fo. 


È stato molte cose: un drammaturgo,un attore, un regista, uno scrittore, un autore, un pittore, un attivista ma soprattutto è stato, per me che lo vidi e conobbi nel 2013, un esempio di modestia ed umiltà. 
Dario non era semplicemente un uomo libero, era la libertà incarnata. Un uomo fortunato di virtù che lo divertivano, coronate da un’insaziabile curiosità. 

Un premio Nobel riconosciuto in tutto il mondo.
In me rimangono impresse le sue parole sul palco del M5s a Milano nel 2013:Volevamo cambiare tutto ma non ci siamo riusciti, fatelo voi per favore! Fatelo voi per favore! Ribaltate tutto!  
Forse Dario oggi ci vorrebbe vedere allegri, del disincanto aveva fatto una filosofia. Ero piccolo quando lo vedevo recitare quei monologhi con linguaggi inventati e suoni onomatopeici che riportavano ai guitti e saltimbanchi. Uno spessore umano ed artistico notevolissimo. QUESTO È UN UOMO!! I grandi spiriti non vanno mai via, lasciano tracce indelebili. Ciao Dario!

mercoledì 5 ottobre 2016

E così Begnini divenne un vero burattino.


Roberto Benigni! Uno delle figure italiane più conosciute e apprezzate all'estero.
È stato cantante,comico e cabarretista , attore e sceneggiatore.
Una grande scalata verso il successo anche nell'altra parte del mondo fino alla conquista dell'Oscar per quel capolavoro de La vita è bella.
Poi il declino e il flop con Pinocchio costato 40milioni di $.
Da sempre è un assiduo sostenitore (aggiungo io giustamente) della Costituzione, talmente tanto da condurre un programma dedicato proprio a questo tema dal titolo:La più bella del mondo .

Caro Roberto Benigni, ho sempre apprezzato i tuoi film e i tuoi spettacoli.
Mi è sempre piaciuta la tua ironia sui politici di turno e ho sempre pensato che tu avessi ideologie di sinistra. Una sinistra caratterizzata dalla vicinanza alle persone comuni, alla valorizzazione dell'individuo. Mi hai sempre fatto tornare su con il morale quando ero bambino.

Purtroppo mi devo ricredere. Tu che parlavi della Costituzione più bella del mondo, adesso ti genufletti di fronte al tuo "amico" dicendo che la Costituzione deve essere modificata. Ammetti che queste modifiche siano un po "pasticciate", ma che siano necessarie per il cambiamento. Dici anche che se dovesse vincere il NO, il Paese risulterebbe irriformabile. Caro Roberto, io la penso un po diversamente. Sono convinto anche io che il Paese abbia bisogno di alcune riforme, ma non vuol dire che queste debbano essere fatte a cazzo o a favore del potere esclusivo del presidente del consiglio. Questa modifica comprometterebbe il vero senso di DEMOCRAZIA, andrebbe a cancellare il volere della maggioranza dei cittadini.
Caro Roberto, ricordati che le leggi possono essere giuste o sbagliate in relazione ai tempi in cui si siano promulgate, ma sappi che l'unico sistema che può fare andare bene un Paese è un cambiamento morale della nostra classe politica e di una parte dei cittadini. Ci vuole un'onestà intellettuale oltre che legale.

Caro Roberto ricordati  che la strategia del terrore è un metodo becero per far convincere la gente ad appoggiare ciò che vuoi sia appoggiato (per te).
Mi piaceva il tuo modo di essere trasgressivo e spregiudicato , poi sei cresciuto e hai imparato l'arte del leccare il culo,forse per soldi. 
Sei passato dal venerare Berlinguer ad appoggiare un nuovo ducetto che sa di Berlusconi 2 la vendetta.

Benigni dice: Se vince il NO peggio di Brexit , Ma Benigni lo sa cos'è successo all'economia del Regno Unito in questi mesi dopo il BREXIT??
 1) Investimenti esteri su suolo Britannico +17%;
2) vendite al dettaglio +5.9% su base annua;
3) sussidi ai disoccupati - 8600 unità; tasso di disoccupazione al 4.9% il più basso dal 2005 ai livelli pre-crisi mondiale;
4) crescita dei salari a +2,3%;
5) corporate tax in diminuzione dal 2017 dal 20 al 19%;
6) fiducia dei consumatori (e questo è il dato "psicologico" in economia in assoluto il più importante...) +5%;
7) indice dei direttori acquisiti (attività manifatturiera) ai massimi storici da 20 anni;
8) borsa +10% ha già recuperato il contraccolpo del dopo referendum;
9) la sterlina in forte recupero dopo aver assolto egregiamente il suo lavoro di ammortizzatore con immediata svalutazione (importanza di avere moneta sovrana...);
10) Moody's che dava il paese in recessione con il Brexit prima del referendum, ora riacquista la vista e vede +1.5% di PIL per il 2016;
11) Export in forte crescita, al contrario L'Unione europea perde nonostante la svalutazione dell'euro. Perde adesso anche contro L'Uk. Perde soprattutto la Germania...
12) L'Ue ci rimette anche il 20% delle casse comunitarie perdendo il miglior contribuente. Di converso il Regno Unito risparmia miliardi.


Infine, caro Roberto (sì proprio quello che sa tutto sulla Costituzione) volevo aggiungere che paragonare un referendum costituzionale (il nostro) e uno economico (la BREXIT) non ha senso. Referendum come quello BREXIT non si potrebbero neanche fare in Italia per via della Costituzione stessa.


Condivisione sui social

Condividi su Del.icio.us