Sono passati esattamente 12 mesi dalle 2 settimane di sport nella grande città brasiliana.
Un anno dopo le Olimpiadi la situazione è talmente compromessa e grave che dipendenti pubblici e anziani aspettano da aprile buste paga e pensioni.
La maggior parte degli impianti sono abbandonati o chiusi. Un caso simile era già successo per Atene 2004.
Abbiamo poi un parco olimpico fantasma e poco visitato. Per la manutenzione di questo si spende circa un milione di euro al mese, soldi che non abbondano certo di questi tempi.
Il Comitato organizzatore delle Olimpiadi ha ancora un debito di 35 milioni di euro con una trentina di fornitori, devono pagare entro il 17 settembre quando si aprirà a Lima la sessione del Cio che ufficializzerà l’assegnazione dei Giochi 2024 a Parigi e di quelli 2028 a Los Angeles. Si parlerà della famosa legacy, l’impatto sociale delle Olimpiadi, senza dire che, salvo rarissimi casi, nella storia dei Giochi quell’eredità è fatta quasi sempre di debiti e disastri finanziari( in economia si chiama maledizione del vincitore).
Rio 2016 non è stata da meno, anzi si prepara a diventare l’edizione più fallimentare e peggiore dal punto di vista delle conseguenze sociali. Dei 32 impianti sportivi costruiti ad hoc una dozzina è stato smantellato, altri 10 sono chiusi, gli altri vengono aperti il minimo necessario per non dire che non servono più a nulla. Due palazzetti dello sport sarebbero dovuti diventare delle scuole pubbliche ma dal governo statale hanno detto che non ci sono i fondi necessari per la loro riconversione. Lo Stato di Rio de Janeiro (15 milioni di abitanti) è in bancarotta e ha sospeso tutti i pagamenti. Dipendenti e pensionati, 209 mila in tutto, non hanno ricevuto gli stipendi di aprile, maggio, giugno e luglio, oltre alla tredicesima dell’anno scorso.
Perfino l'Università della città,un tempo gioiello di tutta l'America Latina , rischia di chiudere.
Tutto ciò sta a dimostrare come le Olimpiadi siano state negli ultimi 20/30 anni un pessimo affare per tutti(o quasi) dal punto sociale,economico,civile e politico. A conti fatti la scelta di Virginia Raggi sembra essere stata azzeccata e mirata.
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